Così come una macchina, con l’avanzare dell’età anche il nostro apparato muscolo-scheletrico può andare incontro a usura. Le cartilagini e le articolazioni si irrigidiscono e si può soffrire di artrosi, che nelle forme più gravi può anche compromettere seriamente la mobilità, con un grosso impatto sulla qualità della vita. La fisioterapia è stata fino a pochi anni fa una tecnica eccellente per rimandare nel tempo la protesizzazione, oggi invece, accanto alle tecniche più convenzionali c’è l’infiltrazione ecoguidata di farmaci con cortisone e acido ialuronico. Vediamo di cosa si tratta con la Dott.ssa Simona Marchesi, specialista ortopedica dei Poliambulatori Fleming Tecna.
L’infiltrazione all’anca ecoguidata è una tecnica innovativa. La procedura viene effettuata con l’ausilio della sonda ecografica che permette al medico di seguire con precisione l’avanzamento dell’ago verso la zona articolare da infiltrare. “Iniettando direttamente nella capsula articolare una soluzione a base di acido ialuronico, che ha proprietà lubrificanti e protettive, o cortisone a secondo del caso clinico, è possibile alleviare il dolore e la rigidità dell’anca senza intervenire chirurgicamente, ma adottando semplicemente una terapia di tipo conservativo. Sotto controllo ecografico - ci ha spiegato la Dott.ssa Marchesi - l’efficacia dell’infiltrazione è massima e assicura una maggior precisione sulla zona articolare specialmente nel caso di quella coxofemorale. L’infiltrazione ecoguidata è rapida e senza controindicazioni. Gli esiti, in termini di sollievo per il paziente e di recupero della funzionalità articolare sono molto buoni”.
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