Il fastidioso ingrossamento della ghiandola colpisce otto uomini su dieci tra i 50 e 70 anni. Oggi, grazie ad un trattamento mininvasivo, si può evitare il bisturi e tornare alla vita normale in pochi giorni.
L’ipertrofia prostatica benigna, comunemente conosciuta come prostata ingrossata, colpisce fino all’80% degli uomini tra i 50 e 70 anni. Il suo dilatarsi è causa di forti disagi e può ridurre sensibilmente la qualità della vita del paziente. Ma quando è necessario operarsi? La buona notizia è che oggi esiste una nuova tecnica mininvasiva e risolutiva senza bisturi con meno effetti collaterali. Ne parliamo con il Dott. Luigi Tralce, specialista urologo dei Poliambulatori Fleming Tecna, nonché Responsabile dell’U.O. di Urologia dell’Ospedale di Chiari. “Si chiama UroLift ed è un approccio rivoluzionario per il trattamento dell’ipertrofia prostatica che permette di allargare il canale uretrale attraverso cui passa l’urina. È una tecnica semplice e veloce, un’alternativa possibile per tutti quei pazienti alla ricerca di un approccio diverso da quello chirurgico convenzionale o farmacologico”. Ma come funziona? “Il sistema UroLift viene inserito nell’uretra per accedere alla prostata ingrossata. Dal dispositivo esce un piccolo ago che penetra nella prostata e rilascia un piccolo impianto permanente trans prostatico lasciando il canale uretrale aperto e favorendo il miglioramento della situazione. Per sottoporsi a questo trattamento, dopo aver eseguito accertamenti dedicati, è necessario solo un ricovero di una giornata e si può tornare subito alla propria quotidianità”.
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