“Se è vero che nella maggior parte dei pazienti colpiti da Covid-19 i sintomi erano per lo più riferibili all’apparato respiratorio (come dimostra l’altissima incidenza di polmoniti bilaterali) – ci ha spiegato il Dott. Cefis - è altrettanto vero che numerosi studi scientifici hanno dimostrato come l’oltre 10% dei pazienti ricoverati presentava un aumento della troponina, un complesso proteico che, se presente in alte quantità nel sangue, è indicativo di danno cardiaco. In virtù di questo aspetto, dunque, il cuore di queste persone era più esposto a fenomeni infiammatori capaci di determinare una pericardite o una miocardite. È stato dimostrato, quindi, come questo aspetto abbia contribuito notevolmente non solo ad un peggioramento della prognosi ma in svariati casi anche ad un aumento della mortalità”.
Chi, invece, ha vinto il virus non è scontato sia al riparo da eventuali rischi? “Per chi è guarito esiste la possibilità che la malattia da Covid-19 possa lasciare in eredità “cicatrici” sia a livello dell'apparato, sia a livello cardiaco. Anche la medicina dello sport è interessata a questo problema. Non a caso, infatti, le maggiori società sportive professionistiche nordamericane si sono occupate della riammissione all'attività sportiva degli atleti che abbiano superato il Covid sottoponendoli, oltre che ad un elettrocardiogramma e ad una ecocardiografia a riposo, anche al dosaggio della troponina. Ebbene come riportano i risultati pubblicati lo scorso marzo su JAMA ( Journal of the American Medical Association), dello scorso marzo, dei 789 atleti presi in esame (il 40% dei quali aveva superato la malattia in modo asintomatico) quasi il 4% presentava qualche anomalia nel dosaggio della troponina. Ulteriori accertamenti richiesti in seguiti (come la risonanza magnetica nei casi dubbi) hanno evidenziato segni di miocardite e pericardite. Anche nel nostro Paese la Medicina dello Sport si è mossa nell'ottica di valutare eventuali segni di danno cardiovascolare negli atleti prima di riammetterli alla attività sportiva e, anche da noi, vi sono casi segnalati di pericarditi o di miocardite sia pur in assenza di sintomatologia clinica”.
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