La nuova frontiera della chirurgia mininvasiva si chiama “chirurgia robotica” ed è un’evoluzione delle tecniche laparoscopiche introdotte negli anni ’80. Come ci ha spiegato il Dott. Angelo Peroni, specialista urologo dei Poliambulatori Fleming Tecna, grazie al robot “Da Vinci” è possibile affrontare interventi complessi e raggiungere spazi anatomici difficili con estrema precisione del gesto chirurgico e molti vantaggi per il paziente.
Il campo di applicazione di punta per la chirurgia robotica è sicuramente l’urologia: ne parliamo con il Dott. Angelo Peroni. “Oggi per il trattamento chirurgico del tumore alla prostata abbiamo a disposizione un’alternativa consolidata e diffusa, diversa dalla tradizionale “a cielo aperto” molto più invasiva”. Ma come funziona? “Attraverso la chirurgia robotica il chirurgo non opera con le sue mani, ma a distanza, prendendo in prestito le braccia del robot alle quali sono fissati strumenti sofisticati come bisturi e pinze”. Dotata di una telecamera 3D la tecnologia in questione permette di ingrandire il campo operatorio di dieci volte consentendo al medico di realizzare solo un paio di fori sull’addome del paziente e intervenire con la massima precisione. In questo modo si riducono i tempi del post operatorio e si garantisce al paziente una maggiore sicurezza e un’altissima qualità di cura.
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