IL TUMORE DEL RENE E LA CHIRURGIA MININVASIVA
Il tumore del rene rappresenta il 3% di tutti i tumori ed è più frequentemente diagnosticato tra gli uomini fra i 60 e i 70 anni.

La maggior parte delle neoplasie renali sono asintomatiche e quindi scoperte casualmente durante accertamenti, come ecografie e tac, per altre patologie. Ne parliamo con il Dott. Angelo Peroni , specialista urologo dei Poliambulatori Fleming Tecna.
Dopo una valutazione multidisciplinare: urologica, oncologica e radiologica si personalizza il trattamento. In caso di neoplasia renale localizzata, l’indicazione è di chirurgico radicale o parziale. Se la posizione del tumore lo consente, si procede con la nefrectomia parziale che prevede l’asportazione esclusiva della neoformazione renale e del tessuto adiposo peri-lesionale, risparmiando il rene sano circostante con una sostanziale equivalenza nella capacità di cura rispetto alla nefrectomia radicale.
Ad oggi, la chirurgia mininvasiva viene scelta nel 90% dei casi e può essere eseguita in laparoscopia oppure utilizzando il robot. Ma quali sono i vantaggi della chirurgia robotica? “La visione magnificata tridimensionale e la libertà di movimento delle braccia robotiche – ci ha spiegato il Dott. Peroni - consentono una maggior accuratezza chirurgica e l’esecuzione di procedure complesse con precisione. Le piccole incisioni determinano un minor danno estetico ed un ridotto dolore post operatorio. La chirurgia mininvasiva robotica riduce il rischio di sanguinamento e la necessità di trasfusioni, oltre a favorire una dimissione più rapida. L’impiego, inoltre, del robot chirurgico garantisce alta precisione nella rimozione del tumore e nella conseguente ricostruzione del rene”.
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